Guida alle opportunità Comunitarie per le P.M.I.

Informazioni generali

Sommario:

1. La Piccola e Media Impresa (P.M.I.);

2. Il Quadro Comunitario di Sostegno (Q.C.S.);

3. Le "Iniziative comunitarie" e le azioni di cooperazione;

4. Il Programma Operativo Plurifondo (P.O.P.);

5. Il Programma Operativo FESR - Regione Campania;

6. Le Sovvenzioni Globali;

7. Altri interventi previsti dalle leggi nazionali e dalle leggi regionali (Regione Campania).


1. La Piccola e Media Impresa (P.M.I.)

Questa "guida" è rivolta alle piccole e medie imprese alle quali sono destinati gli incentivi e gli strumenti di sostegno finanziati dalla Comunità Economica Europea. Sembra doveroso, pertanto, individuare chi siano tali soggetti dopo avere brevemente accennato alla loro funzione.

L'attenzione rivolta a tali piccoli "grandi attori" trae origine dalla funzione economica delle piccole e medie imprese che ha riscosso sempre maggiori riconoscimenti negli ultimi anni; ciò emerge chiaramente dal ruolo svolto, tra l'altro, nella creazione di posti di lavoro, specie in un momento in cui le grandi imprese sono in fase di riduzione del numero dei dipendenti; le stesse, inoltre, agendo in un contesto di maggiore concorrenzialità rispetto alle grandi imprese, tendono ad essere in prima linea sul fronte dell'innovazione.

La Comunità Europea, riconoscendo anch'essa il ruolo delle PMI quale motore principale delle modifiche strutturali e della rigenerazione dell'economia nel suo complesso, incoraggia le PMI attraverso il suo programma di azione. Nell'intento però, di coordinare i regimi di aiuto ed al fine di evitare le distorsioni della concorrenza, che potrebbero risolversi in danni ingiustificati e vantaggi sproporzionati, la Commissione, con la "Disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese" 92/C 213/02 del 20 maggio 1992, ha inteso stabilire una definizione di piccola e media impresa e di precisare la sua posizione nei confronti degli aiuti di Stato a favore delle stesse. La PMI è definita come un'impresa che:

La Commissione, inoltre, definisce "piccola" l'impresa che:

I tre requisiti sopra esposti si devono intendere cumulativi nel senso che un'impresa verrà considerata una PMI qualora soddisfi il requisito di indipendenza, non superi il numero massimo di dipendenti e non superi almeno uno degli altri limiti stabiliti per il fatturato o per il totale dello stato patrimoniale.

Per completezza espositiva si segnala che la Commissione Europea ha recentemente proposto la seguente nuova definizione di PMI:

una PMI è tale quando abbia meno di 250 dipendenti, quando il suo volume d'affari non superi i 40 milioni di ECU (circa 78 miliardi e 400 milioni di lire) o quando la somma globale annuale di bilancio non superi i 27 milioni di ECU (circa 53 miliardi di lire).

Sono considerate, inoltre, come indipendenti le imprese che non siano controllate o partecipate per più del 25% del capitale o dei diritti di voto da parte di una o più grandi imprese; a questa regola generale fanno però eccezione due ipotesi:

La Commissione Europea ha anche indicato i criteri per distinguere tra imprese "molto piccole", "piccole" e "medie":


2. Il Quadro Comunitario di Sostegno (Q.C.S.)

L'obiettivo della equilibrata integrazione economica degli Stati membri della Commissione Europea viene realizzato anche attraverso azioni finanziate con il concorso di risorse comunitarie, nell'ambito degli scopi fissati in un apposito documento di programmazione pluriennale: il Quadro Comunitario di Sostegno (Q.C.S.); tale documento viene approvato periodicamente per specifici gruppi di regioni, rientranti in un unico Obiettivo (vai alla nota1 ).

Le Regioni Campania, Calabria e Basilicata rientrano nell'area dell'Obiettivo 1( vai alla nota 2 ), insieme ad Abruzzo, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Con la decisione 94/629 del 29 luglio 1994 la CEE ha approvato il Q.C.S. per il periodo 1994-1999 relativo all'Obiettivo 1.

Il Q.C.S. pianifica, in sostanza, la maggior parte dei contributi comunitari per un sessennio e rappresenta un punto centrale di riferimento per le Amministrazioni pubbliche e per gli operatori privati delle regioni italiane in ritardo di sviluppo.

I finanziamenti comunitari si articolano essenzialmente su tre Fondi ( vai alla nota3 ), definiti strutturali, nella misura in cui devono essere destinati ad incidere massicciamente sui nodi che influenzano negativamente lo sviluppo di determinate aree di territorio.

I FONDI STRUTTURALI

F.E.S.R. - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

F.S.E. - Fondo Sociale Europeo

F.E.O.G.A. - Fondo Europeo Agricolo di Garanzia e Orientamento

In definitiva, quindi, il Q.C.S. è il documento programmatico delle azioni da intraprendere, ed i Fondi strutturali si configurano come lo strumento privilegiato della politica di coesione economica e sociale, in particolare per l'attuazione della politica regionale.

Il FESR si prefigge di ridurre le disparità di sviluppo tra le regioni della Comunità; il FSE si prefigge il miglioramento della qualificazione delle risorse umane e della loro possibilità di occupazione nella Comunità; il FEOGA contribuisce, da un lato, al cofinanziamento dei regimi di aiuti nazionali all'agricoltura e, dall'altro, allo sviluppo e alla diversificazione delle zone rurali comunitarie.

L'intervento dei fondi strutturali può assumere una delle seguenti forme:


3. Le "Iniziative comunitarie" e le azioni di cooperazione.

Ai Q.C.S. vanno ad aggiungersi le "Iniziative comunitarie", variamente denominate, le cui azioni, analogamente a quelle svolte nell'ambito dei detti Q.C.S., mirano a migliorare la coesione europea favorendo uno sviluppo economico e sociale in seno alla Comunità, concorrendo al conseguimento degli obiettivi prioritari delle politiche strutturali.

Le iniziative comunitarie previste nel programma 1994/1999 che presentano un interesse per le piccole e medie imprese delle regioni del nostro Distretto 108Y sono: PMI e Retex.

Scopo dell'iniziativa comunitaria PMI è quello di rafforzare e promuovere la competitività delle PMI nel mercato unico.

Sono state individuate una serie di misure di intervento che possono essere finanziate dal programma:

I contributi sono diversificati; i massimali comunitari seguono le quote previste per i fondi strutturali. Per accedere a tale iniziativa, gli Stati membri presentano domande di contributo che verranno approvate dalla Commissione sotto forma di Programmi Operativi o Sovvenzioni Globali. Seguirà l'emissione di bandi di gara regionali per permettere la presentazione al finanziamento delle spese ammissibili.

Scopo dell'iniziativa comunitaria Retex è quello di sostenere la diversificazione economica delle aree interessate e l'ammodernamento dell'industria tessile-abbigliamento per ridurre l'impatto sociale dell'accresciuta concorrenza di paesi non comunitari.

Le Regioni Campania e Calabria hanno proposto, ad oggi, il solo finanziamento della iniziativa Retex; di tale iniziativa saranno fornite utili notizie nella parte seconda della seconda sezione.

L'Unione Europea promuove, poi, interessanti iniziative di cooperazione nell'ambito di specifici programmi comunitari che hanno lo scopo di consentire alle PMI comunitarie di realizzare studi di fattibilità dei loro progetti di joint-venture, riducendo in tal modo le limitazioni amministrative, finanziarie e giuridiche che ne frenano lo sviluppo. Fra le iniziative più interessanti rientrano sicuramente le azioni previste dal programma JOP del quale, in seguito, saranno fornite utili indicazioni (v. Le AGEVOLAZIONI ).


4. Il Programma Operativo Plurifondo (P.O.P.)

Al fine di rendere fra loro integrati gli interventi comunitari, la CEE ha ritenuto opportuno pianificare le azioni in un unico programma operativo, cumulando, al livello di programmazione, le risorse dei tre Fondi strutturali ed individuando un unico Programma Operativo perciò Plurifondo.

Il P.O.P. è, in sostanza, un programma che le Amministrazioni degli Stati membri presentano alla CEE per utilizzare le risorse previste nel Q.C.S.

La CEE ha inteso, infatti, coordinare gli interventi, soprattutto per le aree depresse, attraverso l'utilizzo di più Fondi da destinare alla realizzazione di progetti di più ampio respiro. Alla concessione del contributo in conto capitale dovrà affiancarsi la formazione del personale direttamente o indirettamente coinvolto nella produzione.

E' utile ricordare che le risorse comunitarie sono sempre espresse in ECU, il cui valore muta in funzione dell'apprezzamento e del deprezzamento della moneta di ciascuno Stato membro rispetto alle monete degli altri Paesi membri. Il tasso di cambio moneta nazionale/ECU viene pubblicato quotidianamente sulla Gazzetta Ufficiale della CEE (GUCE). A titolo di curiosità si fa presente che per acquistare 1 ECU il erano necessarie in Italia 1821 lire; il 31 maggio 1995 erano necessarie 2286 lire; il 15 marzo 1996 erano invece necessarie lire.

Può essere interessante sapere che la ripartizione delle risorse tra le Regioni dell'Obiettivo 1 per il complesso dei Fondi strutturali (13.690 Milioni di Ecu dei quali 11.050 per il FESR, 1.504 per il FEOGA e 1.137 per il FSE), è avvenuta come indicato nel riquadro.

Regioni Obiettivo 1 Risorse (Mio Ecu) %
Abruzzo 999,37 7,3
Molise 492,84 3,6
Campania 2.929,66 21,4
Puglia 2.176 15,9
Basilicata 999,37 7,3
Calabria 1656,49 12,1
Sicilia 2751,69 20,1
Sardegna 1683,87 12,3
TOTALE 13.690,00 100,0

(Ripartizione finanziamenti QCS 1994-1999)


5. Il Programma Operativo FESR - Regione Campania

In questa sede accenneremo esclusivamente alla parte di Programma Operativo della Regione Campania approvato dalla CEE relativo al FESR, per poi esaminare, in particolare, il Sottoprogramma Industria, Artigianato e Servizi alle PMI, che è quello che più interessa le nostre piccole e medie imprese.

La Regione Campania ha pubblicato ( vai alla nota 4 ) il 27 dicembre 1995 il proprio programma operativo FESR che costituisce il riferimento per i progetti di investimento relativi al periodo 1995-1999 per un totale complessivo di risorse FESR, rese disponibili dal QCS, pari a 890 Mio Ecu. Il P.O. FESR individua, fra l'altro, cinque sottoprogrammi che definiscono gli obiettivi e l'ambito operativo degli interventi; in particolare, per quanto riguarda il sottoprogramma Comunicazioni, la Regione Campania intende orientare il suo intervento sia al superamento delle carenze della rete viaria, soprattutto per eliminare l'isolamento delle zone interne, sia al decongestionamento delle aree urbane, privilegiando il sistema di trasporto su rotaia e quello intermodale; con il sottoprogramma Industria, Artigianato e Servizi alle PMI si prevedono interventi infrastrutturali ed incentivanti nei settori produttivi allo scopo di far fronte alla pressante domanda di lavoro utilizzando sia lo "strumento" Sovvenzioni Globali che le apposite leggi regionali di settore (28/87, 28/93, 17/93, 18/93 e 28/94); con il sottoprogramma Sostegno al turismo si prevedono interventi per la valorizzazione del patrimonio artistico, architettonico ed archeologico, per la incentivazione e la costruzione di nuove strutture ricettive, per l'ammodernamento e la ristrutturazione di quelle esistenti, compresi gli impianti complementari, con l'obiettivo, in particolare, di allungare la stagione turistica; il sottoprogramma Infrastrutture di supporto alle attività economiche prevede interventi tesi a potenziare, migliorare e razionalizzare le infrastrutture idriche ed il sistema fognario, nonché la difesa delle aree protette e la riqualificazione dei centri urbani. Una parte significativa, infine, è destinata al finanziamento delle attività di ricerca.

In particolare, il Sottoprogramma Industria, Artigianato e Servizi alle PMI si articola in due misure; una riguarda gli "Aiuti alle PMI ed artigianato di produzione" ed un'altra riguarda le "Aree di insediamento produttivo". La prima delle due misure prevede la concessione di contributi per il miglioramento dei processi organizzativi e produttivi, anche per nuove iniziative imprenditoriali, nonché per gli investimenti destinati all'acquisto di locali, ove viene svolta l'attività produttiva, e per l'acquisto di beni strumentali. Informazioni ulteriori saranno fornite nella specifica parte della "guida" (v. Le AGEVOLAZIONI ).

La seconda misura ha per obiettivo quello di agevolare l'insediamento di imprese nell'ambito di aree attrezzate al fine di favorire la delocalizzazione dai centri urbani ed accorpare imprese operanti in settori merceologici omogenei, per meglio consentire l'utilizzo di servizi comuni; in tal caso i beneficiari del contributo FESR sono gli Enti locali ed i Consorzi di imprese che intenderanno promuovere specifici insediamenti produttivi.

Per essere ammessi al beneficio del cofinanziamento FESR è stabilita una procedura di gara che viene esperita attraverso la pubblicazione di un apposito bando pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania (B.U.R.C.).

Sul BURC del 15 gennaio 1996 sono stati pubblicati i bandi di gara per accedere ai cofinanziamenti di quasi tutti i Sottoprogrammi previsti dal POP per utilizzare i fondi del FESR per le annualità 1994 e 1995; il bando che più immediatamente interessa le PMI, e cioè quello relativo alla misura "Aiuti alle PMI ed artigianato di produzione" è stato pubblicato sul BURC n.15 del 14 marzo 1996.


6. Le Sovvenzioni Globali

La Sovvenzione Globale è un nuovo ed interessante strumento di intervento della Commissione della Comunità Europea teso a far nascere o far progredire una nuova "cultura di impresa" nelle PMI e nelle Imprese Artigiane attraverso la concessione di contributi in conto capitale per l'acquisizione di servizi reali, la concessione di garanzie per operazioni di finanziamento o di partecipazione al capitale di rischio, e quant'altro sia utile per la crescita, in termini economici, finanziari e di competenze, delle PMI e delle imprese artigiane.

La CEE si è resa conto che i tempi di intervento della Pubblica Amministrazione nel cofinanziamento di progetti, soprattutto quelli riguardanti i servizi reali, l'innovazione tecnologica ed i servizi finanziari alle PMI ed imprese artigiane, si discostano notevolmente da quelli che sono i tempi della decisione manageriale; inoltre, la Pubblica Amministrazione non sarebbe stata capace, e non lo è tuttora, di gestire in prima persona progetti, per la realizzazione dei quali sono necessarie competenze riscontrabili quasi esclusivamente nell'ambito privato.

La Commissione affida, dunque, sulla base di apposite convenzioni, a Soggetti qualificati, siano essi enti pubblici o privati, che soddisfino i requisiti di cui all'art.6 del Regolamento CEE n.2083/93, - definiti Organismi Intermediari - la gestione di una Sovvenzione globale per il raggiungimento degli obiettivi dinanzi delineati, mantenendo presso di sé le funzioni sue proprie di pianificazione e controllo.

In linea di massima, l'assegnazione di una sovvenzione globale ad un Intermediario comporta uno snellimento del sistema sia di distribuzione dei fondi che della sorveglianza che gli Organismi dovrebbero esercitare sui beneficiari finali.

La designazione di un Organismo professionale Intermediario così come stabilito in sede comunitaria si ispira a due elementi:

Quindi, la vera funzione dell'Organismo Intermediario non sarà quella della semplice ridistribuzione dei fondi comunitari, ma quella di animazione economica atta a tradurre in un complesso di misure coerenti la collaborazione tra interlocutori pubblici e privati.

I progetti che possono essere finanziati attraverso lo strumento della Sovvenzione Globale prevedono una copertura dei relativi costi suddivisa tra la CEE ed il singolo paese membro; la quota di competenza italiana consiste, sostanzialmente, nell'apporto dei privati e, quindi, delle PMI. Facciamo un esempio; l'impresa propone, all'Organismo Intermediario, di effettuare un investimento (per l'acquisizione di servizi innovativi, per l'innovazione tecnologica, ecc.) il cui costo totale - esclusa IVA - è pari a lire 100; se la quota di copertura dei costi a carico della CEE è, poniamo, del 50%, l'impresa riceverà dall'Organismo Intermediario, ad investimento ultimato, lire 50 quale contributo in conto capitale; la parte restante dell'investimento (lire 50) è a carico dell'impresa.

Discorso a parte meritano le Sovvenzioni Globali che hanno per oggetto la concessione di garanzie per prestiti a medio/lungo termine o per acquisizione di capitale di rischio. In queste particolari Sovvenzioni Globali l'impresa che non riesce, con il proprio patrimonio, a garantire l'importo totale del prestito richiesto, si rivolge ad una Banca convenzionata con l'Organismo Intermediario e fa richiesta di accedere ai benefici della Sovvenzione Globale. La prima istruttoria sulla consistenza economica e sulle capacità finanziarie dell'investimento e dell'impresa viene eseguita dalla Banca convenzionata; l'istruttoria stessa, qualora l'intervento abbia meritato il parere favorevole della Banca, viene inoltrata all'Organismo Intermediario che deciderà se garantire o meno l'operazione. La garanzia, ovviamente, copre solo parzialmente il costo dell'operazione (generalmente dal 50% al 75%) ma sono intuibili i vantaggi che una impresa può ricavare da siffatta operazione.

Non senza contare che, in presenza di sufficienti garanzie, l'impresa potrà sicuramente spuntare con la Banca finanziatrice migliori condizioni di tasso di interesse.

Gli interventi finanziabili con lo strumento della Sovvenzione Globale sono indirizzati ad imprenditori che possono utilizzare questa occasione per realizzare nuovi investimenti nella propria azienda, sia per l'acquisto di macchinari e attrezzature, sia per l'acquisizione di servizi reali, il tutto finalizzato ad abbassare il gap esistente, in termini di competenza e di conoscenza, tra PMI e grande impresa.

L'imprenditore destinatario di questi interventi non è il "vecchio imprenditore" accentratore di tutte le funzioni aziendali ed interprete unico dei cambiamenti ambientali, ma è l'imprenditore che voglia far crescere la sua azienda interagendo con l'ambiente esterno e con i suoi continui cambiamenti.

Può essere interessante segnalare che nell'ambito del precedente POP Campania 1989-1993 sono state approvate cinque Sovvenzioni globali affidate ad altrettanti Organismi Intermediari. Gli interventi finanziati hanno interessato, nell'ambito della regione Campania, circa 1.400 tra imprese e consorzi di imprese.

I contributi concessi dagli Organismi Intermediari alle PMI riguardano, essenzialmente, la parziale copertura di investimenti in beni e servizi; in particolare sono stati erogati contributi per l'acquisizione di "servizi reali" per circa 5 MLD di lire e sono state concesse garanzie per operazioni di finanziamento e di partecipazione al capitale di rischio per oltre 11 MLD di lire.

Non è possibile, al momento, quantificare i relativi risultati in termini economici ed occupazionali. Tale quantificazione potrà avvenire solo fra qualche anno, verificando "sul campo" gli obiettivi raggiunti dalle imprese beneficiarie dei contributi CEE. La stessa Commissione CEE, anche nel definire il Quadro Comunitario di Sostegno 1994-1999 Obiettivo 1, tra l'altro, impone alle competenti autorità nazionali di svolgere analisi "ex ante" ed "ex-post"; ciò al fine di meglio indirizzare i successivi finanziamenti.

Le Sovvenzioni Globali previste nel quadro finanziario 1994-1999 non sono ancora state approvate, essendo in fase di valutazione presso il Ministero del Bilancio e presso le competenti Regioni; come le precedenti anche le prossime dovranno rispettare le indicazioni prescritte nel relativo Quadro Comunitario di Sostegno e nei Piani Operativi Plurifondo regionali e multiregionali; esse, prevedibilmente, finanzieranno interventi per innovazione tecnologica (innovazione di prodotto e di processo), per acquisizione di servizi reali (software innovativo, consulenze di direzione, ricerche di mercato, ecc.), per la costituzione di consorzi di garanzia, per la costituzione di consorzi per l'erogazione di servizi reali, per la concessione di garanzie per prestiti a medio/lungo termine e per l'acquisizione di capitale di rischio.

Le nuove Sovvenzioni Globali saranno pronte al decollo entro il 1996. Gli Organismi Intermediari che saranno autorizzati dovranno offrire a tutte le PMI la possibilità di accedere ai finanziamenti attraverso la pubblicazione di appositi bandi: attenzione quindi a non lasciarsi sfuggire questa occasione!


7. Altri interventi previsti dalle leggi nazionali e regionali (Regione Campania )

Con l'archiviazione della legge 64, gli aiuti a pioggia, gli incentivi per il Mezzogiorno, i crediti agevolati, sono oggi concetti da dimenticare. Le risorse previste dalle leggi nazionali per incentivare le PMI hanno tutte l'impronta dell'Unione Europea: i finanziamenti verranno concessi solo a chi li merita sulla base di criteri predeterminati, premiando, in sostanza, solo quelle imprese che presentano indici di struttura, margini operativi, indici di indebitamento, tali da far emergere la bontà delle iniziative proposte e dello "stato di salute" dei proponenti.

A tali criteri sono informate le procedure selettive delle due leggi nazionali 488/92 e 341/95, rese recentemente operative. Di tali leggi, che presentano entrambe aree di parziale sovrapposizione ma anche significative differenze, unitamente alla legge "Sabatini", si è ritenuto opportuno fare cenno nella successiva sezione della presente guida solo al fine di tentare di completare il panorama delle agevolazioni disponibili per le PMI.

Anche le Regioni hanno adeguato i criteri di incentivazione alle PMI alle direttive europee, rendendo più agile la propria legislazione di spesa e raddoppiando, in pratica, le risorse finanziarie a disposizione dei settori produttivi. Ricordiamo, per la Campania, gli interventi previsti dalle leggi 40/84 per le strutture alberghiere, 28/87 e 18/93 per l'artigianato e per le PMI, 28/93 per la imprenditoria giovanile e 28/94 per la certificazione di qualità delle PMI; per la Regione Basilicata, le leggi 22/76 e 16/95 per lo sviluppo delle attività artigianali e delle PMI, 37/88 per il settore distributivo, 5/93, 49/93 e 14/95 per lo sviluppo della ricettività e per il prolungamento della stagione turistica.

Anche per le leggi regionali saranno fornite utili informazioni nella apposita sezione della "guida" (v. Le AGEVOLAZIONI ).


note:

1) Gli obiettivi che l'azione comunitaria tende a realizzare attraverso i fondi strutturali sono:

A. quello di promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni il cui sviluppo è in ritardo (FESR, FSE, FEOGA, SFOP);

B. quello di riconvertire le regioni gravemente colpite dal declino industriale (FESR, FSE, SFOP);

C. quello di lottare contro la disoccupazione di lunga durata e facilitare l'inserimento professionale dei giovani e l'integrazione delle persone minacciate di esclusione dal mercato del lavoro (FSE);

D. quello di agevolare l'adattamento dei lavoratori e delle lavoratrici ai mutamenti industriali e all'evoluzione dei sistemi di produzione (FSE);

E. quello di promuovere lo sviluppo rurale:

Torna al punto del testo della nota 1

2 ) Tale Obiettivo si prefigge l'adeguamento economico delle Regioni il cui sviluppo è in ritardo. Torna al punto del testo della nota 2

3 ) Recentemente si è aggiunto un quarto Fondo: lo SFOP (Strumento Finanziario di Orientamento per la Pesca) a sostegno della ristrutturazione del settore della pesca. Torna al punto del testo della nota 3

4 ) Il programma operativo FSE è stato pubblicato il 15 febbraio 1995; il programma operativo FEOGA è stato pubblicato il 14 settembre 1995. Torna al punto del testo della nota 4


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